Questione di convinzioni e credenze limitanti…

Questione di convinzioni e credenze limitanti…

30 Luglio 2017 0 Di Ruggero Stellino

Un pensiero è innocuo finché non ci crediamo. Non sono i nostri pensieri, ma l’attaccamento ai nostri pensieri che causa sofferenza. Attaccarsi a un pensiero significa credere che sia vero, senza indagarlo. Una credenza è un pensiero al quale siamo attaccati, spesso da anni.

 

La storia delle stampelle

Il re cadde da cavallo, fratturandosi le gambe così gravemente da perderne l’uso. Imparò dunque a muoversi con le stampelle, ma sopportava male la propria invalidità. Vedersi attorno le persone valide della corte gli divenne presto insopportabile e gli guastò l’umore.

Rifiutò di mostrarsi menomato. “Poiché non posso essere simile agli altri, pensò un mattino d’estate, ciascuno sarà simile a me.” Fece dunque notificare nelle sue città e nei suoi paesi l’ordine definitivo dell’uso delle stampelle per tutti, pena la morte immediata. Dall’oggi al domani, l’intero regno fu popolato di persone rese invalide.

All’inizio, alcuni provocatori si fecero vedere in giro senza alcun sostegno. Fu certo difficile acciuffarli di corsa, ma tutti prima o poi vennero arrestati, condannati e giustiziati per servire da esempio. Nessuno osò ripetere la provocazione. Per proteggere la prole, le madri insegnarono subito ai loro bambini a camminare con le stampelle.

Bisognava abituarsi, e ci si abituò. Il re visse fino a tarda età. Nacquero parecchie generazioni senza che si vedesse mai nessuno circolare liberamente sulle sue gambe. Gli anziani scomparvero senza dire nulla delle loro lontane passeggiate, senza osare infondere nella mente dei figli e dei nipoti il pericoloso desiderio di deambulare senza sostegni.

Alla morte del re, alcuni vecchi tentarono di liberarsi delle stampelle, ma era troppo tardi, i loro corpi malandati ne avevano ormai bisogno. I superstiti, di solito, non riuscivano più a stare dritti. Rimanevano prostrati su qualche sedia o distesi su un letto.

Questi tentativi isolati vennero considerati come innocui deliri di vecchi rimbambiti. Inutilmente raccontarono che un tempo si camminava liberamente, senza stampelle: vennero guardati dall’alto verso il basso, con l’indulgenza ilare concessa ai rimbecilliti. “Ma sì, nonno, andiamo, era senza dubbio ai tempi in cui il becco dei polli aveva i denti!” E con un sorriso in tralice, uno scambio di occhiate, scrollavano il capo ascoltando la vecchia voce, prima di andare a ridere di nascosto.

Lontano, lassù sulla montagna viveva un vigoroso vecchio solitario che, appena morto il re, gettò le stampelle nel fuoco senza esitare. In realtà erano anni che non usava le stampelle in casa o in luoghi isolati. Le usava nel villaggio per evitare le noie ma, non avendo né sposa né figli, non si era privato del piacere della sua bella camminata.

Non esponeva altri che se stesso, e per di più in tutta segretezza! Il mattino dopo, si recò spavaldamente in piazza e, rivolto ai suoi compaesani sbalorditi, disse: “Ascoltatemi, dobbiamo ritrovare la nostra libertà di movimento, la vita può riprendere il suo corso naturale poiché il re invalido è ormai morto. Chiediamo che venga abrogata la legge che costringeva gli esseri umani a camminare con le stampelle!”

Tutti lo guardavano, i più giovani furono immediatamente tentati. La piazza brulicò ben presto di bambini, di adolescenti e di altri sportivi che tentavano di muoversi senza stampelle. Ci furono risate, cadute, scorticature, lividi, ma anche arti rotti poiché i muscoli delle gambe e della schiena non avevano mai imparato a sorreggere il corpo.

Il capo della polizia intervenne: “Smettetela, smettetela! È troppo pericoloso. Tu, vecchio, va a esibirti nelle fiere, è chiaro che gli uomini non sono fatti per camminare senza stampelle! Guarda quante piaghe, quanti bernoccoli e quante fratture ha provocato la tua follia! Lasciaci vivere normalmente. Sparisci e, se vuoi vivere tranquillo, non tentare più di traviare questa bella gioventù!”

Il vecchio alzò le spalle e se ne tornò a casa a piedi. Scesa la notte, udì grattare piano alla sua porta. Era un rumore così leggero che lo attribuì a un ramo agitato dal vento. Non aprì. Allora qualcuno bussò distintamente alla porta. “Chi siete” Che cosa volete?” chiese. “Apri nonno, per favore, bisbigliò una voce.” Il vecchio aprì.

Dieci paia di occhi brillanti lo guardavano con ardore. Un ragazzino, fattosi avanti, mormorò: “Vogliamo imparare a camminare come te. Accetteresti di prenderci come discepoli?” “Discepoli?” “Maestro è questo il nostro desiderio. “Bambini, non sono un maestro, sono solo un uomo in gamba, nel senso più semplice della parola.” “Maestro, per favore, supplicarono all’unisono.” Il vecchio ebbe voglia di ridere, ma, contemplandoli un attimo, si commosse.

Capì che la faccenda era seria, persino capitale, che quei bambini erano coraggiosi, ardenti, pieni di vita. L’avvenire era nelle loro mani. Spalancò la porta per accoglierli. Per mesi, senza dire niente a nessuno, i ragazzini si recarono dal vecchio da soli o in due alla volta per non dare nell’occhio.

Quando furono abbastanza abili, andarono a piedi, insieme al villaggio. Guardate, dissero, osservateci, è facile e divertente! Fate dunque come noi! Un’ondata di panico invase i cuori timorosi. Gli abitanti del villaggio aggrottarono le sopracciglia, li additarono, si spaventarono molto.

Intervenne la polizia a cavallo per far cessare lo scandalo. Il vecchio fu arrestato, portato in tribunale, condannato secondo l’editto reale e giustiziato per aver pervertito dieci innocenti. I suoi discepoli, disgustati dal trattamento inflitto al loro maestro, dichiararono a gran voce sulle piazze che camminavano e ne erano soddisfatti, mostrando a chi volesse vederli quanto fosse comodo avere le mani libere e le mani leste.

Le loro dimostrazioni vennero giudicate fallaci. Furono arrestati e gettati in prigione. Si ritenne tuttavia che fossero stati trascinati nell’errore e si concessero loro le circostanze attenuanti, quindi furono condannati solo a pene leggere. Alcuni ostinati non vollero rinunciare a sostenere che bisognasse camminare senza stampelle.

La comunità inquieta, sconvolta nelle proprie abitudini dal loro strano comportamento, li allontanò per prudenza dal villaggio, invitandoli a esibirsi nelle fiere. Per coloro che erano rimasti e che insistevano davvero in modo eccessivo, si dovette talvolta applicare con rigore la legge; in generale, tuttavia, vennero piuttosto commiserati e trattati come gli scemi del villaggio, tenuti a distanza dai bambini o dalle buone famiglie.

Ancora oggi, durante le veglie serali, si bisbiglia con parole velate che esistono malgrado tutto, qua e là nel mondo, gruppetti che non sembrano dei mentecatti e che sostengono di camminare da soli, senza stampelle. Impossibile da verificare. Si insegna ai bambini che son solo favole.

 

Questione di convinzioni e Credenze limitanti…

Quello che ci insegna la storia delle stampelle e che tutto ciò che abbiamo imparato durante la nostra vita, a partire da ciò che abbiamo ricevuto durante la gestazione, passando per tutti gli apprendimenti ricevuti dall’ambiente in cui siamo cresciuti (genitori, famiglia, scuola…), è definito CREDENZA.

 

Le CREDENZE sono il bagaglio di informazioni grazie al quale impariamo a
vivere e interfacciarci con noi stessi e tutto ciò che ci circonda.
Se ci pensi, tutto ciò che impariamo nell’arco della nostra vita, passa
attraverso a qualcosa di spiegato, letto o studiato, oppure attraverso
l’esperienza pratica.

Per esempio: l’acqua è piacevole o pericolosa ?
Per alcuni l’acqua è un elemento sicuro e piacevole in cui stare, perché magari qualcuno da piccoli ci ha spiegato che l’acqua è una esperienza divertente e giocosa e nulla per queste persone ha mai contraddetto questa realtà. Di conseguenza il loro rapporto con l’acqua risulta positivo e piacevole.

Ci sono però anche persone che temono terribilmente l’acqua, convinti che
l’acqua sia pericolosa: con ogni probabilità queste persone hanno avuto
un’esperienza sgradevole o traumatica, magari hanno subito uno spavento
dopo essere caduti accidentalmente in acqua, o qualcuno ha ripetuto loro più volte: “Attento! L’acqua è pericolosa, se cadi dentro puoi affogare!!“.

In questo caso, di conseguenza, le persone sono in difficoltà e vivono in
modo negativo e spiacevole l’acqua. In assoluto quindi, l’acqua non è una realtà positiva o negativa: è ciò che crediamo che sia, a seconda di come abbiamo imparato o ci hanno insegnato a percepirla.

Se, per esempio, ho paura e sono in ansia quando sono al buio, questo vuol
dire che in qualche parte di me, per l’esattezza nella mia memoria subconscia, c’è memorizzata l’esperienza/credenza di paura, che attiva tutti i meccanismi neurobiologici di stress e di fuga dall’esperienza.

Magari da bambino mi hanno spaventato dicendomi che nel buio c’era il
“lupo cattivo”, ma da adulto, pur sapendo benissimo che, razionalmente, il buio è innocuo e il lupo cattivo non esiste, si attiva comunque inesorabilmente uno stress emozionale per cui si riattivano le memorie automatiche di paura e ansia apprese al momento “dell’insediamento” della credenza.

Buio -> memoria/emozione di paura -> stress!

Tutte le volte, come se fosse la prima volta….
Fino a quando non mi allontano dal buio o fino a quando non trasformerò
e rilascerò la vecchia informazione stressante!

Tanto nel caso dell’acqua quanto nel caso del buio è chiaro come, a partire
da quello che è scritto nel nostro subconscio, noi creiamo la nostra
percezione del mondo e di noi stessi e di conseguenza i nostri
comportamenti.

Ancora un esempio: se da piccolo qualcuno ti ha ripetuto minaccioso
Il denaro è la radice di tutti i mali”, nel tuo subconscio è stato
memorizzato un programma che dice

DENARO = MALE DA EVITARE, dunque STARE ALLA LARGA !!

Quindi, quando eri piccolo, nel tuo subconscio è stato scritto “Stai lontano dai soldi”, per ritrovarti da adulto a lottare come un matto per cercare di fare l’esatto contrario e confrontarti con costanti pensieri di difficoltà economica!

Le CREDENZE controllano e orientano la nostra vita praticamente in tutto!
E perché non basta la nostra buona volontà a cambiare tutto ciò?

Devi sapere che gli scienziati hanno misurato, dati alla mano, che il
subconscio, quella memoria nella quale c’è scritto “Via dai soldi”, è come un computer che funziona a 40 MILIONI di bit al secondo mentre il conscio, quella parte della mente che cerca di tenere la rotta dicendo “voglio avere soldi”, funziona SOLO a 40 bit al secondo !

Per rendere ancora meglio l’idea: è come se tu avessi dentro di te un treno
che, alla velocità di 40 MILIONI DI KM ALL’ORA va nella direzione di tener
lontani i soldi “Perché sono male da evitare”, mentre contemporaneamente un altro trenino, attaccato alla coda del primo, alla velocità di 40 KM ALL’ORA, spingendo e faticando come un matto cerca di andare nella direzione opposta per cercare di arrivare ad “avere soldi”.

Cominci a capire perché non basta la buona volontà per ottenere ciò che
vuoi e riuscire a cambiare la situazione attuale?
E considera che, fin qui abbiamo fatto esempi di situazioni di cui hai ancora memoria. Ma cosa dire di tutto ciò che ci è accaduto nel passato di cui non abbiamo più nessun ricordo, di cui non abbiamo memoria conscia?

Consapevolmente non sappiamo il perché o non lo ricordiamo più, ma
il nostro subconscio lo ricorda, eccome !
Questo è il motivo per cui può capitarci di entrare in stress sentendoci male o avendo la percezione che “qualcosa non va” senza sapere il perché,
ovvero senza sapere quali memorie subconsce si attivano.

Qualsiasi limite, blocco, ostacolo o barriera tu sperimenti nella tua vita, è il prodotto di una convinzione/credenza limitante che è attiva a livello subconscio. Molte delle nostre convinzioni sono state create durante la nostra infanzia e spesso sopravvivono ben oltre la loro utilità.

Infatti man mano che impariamo e cresciamo, molte delle nostre vecchie
convinzioni non ci servono più e anzi, ostacolano le nostre necessità ed
aspirazioni che cambiano nel tempo. Sono diventate i blocchi che limitano la piena espressione di noi stessi del nostro Sé profondo. Se stiamo vivendo delle difficoltà è perché le credenze hanno bisogno di essere aggiornate. E’ necessario “installare” nuove credenze supportanti per stare bene ed evolvere in meglio.

Ma come si fa a sostituire velocemente una credenza negativa con una nuova credenza positiva?

Con l’aiuto della PNL (Programmazione Neuro Linguistica).

Guarda il video qui sotto e impara a sostituire le tue credenze negative…

Io non mi preoccupo di mantenere la qualità della mia vita, perché ogni giorno lavoro per migliorarla. Mi sforzo continuamente di imparare e di fare nuove e importanti distinzioni sul modo di aggiungere valore alla mia vita e a quella degli altri. Questo mi dà la sicurezza di poter sempre imparare e crescere.

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Come devi vivere oggi, per creare il domani che desideri? Rispondi a questa domanda e se ti fa piacere condividila nei commenti qui sotto…

P.S. Per scrivere questo articolo ho impiegato circa 2 pomeriggi, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: giocare con mia figlia! 🙂

Se l’articolo ti è stato utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti qui sotto. Grazie! Grazie! Grazie!

Ti saluto e ti auguro tanta Felicità. 🙂 🙂 🙂

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