I colori di Mark Rothko: dipingi il tuo quadro…

I colori di Mark Rothko: dipingi il tuo quadro…

10 Giugno 2017 0 Di Ruggero Stellino

Mettete sul fuoco una pentola piena d’acqua. A 45 gradi l’acqua sarà calda, a 70 rovente, a 99 vicina al punto di ebollizione. Ma sarà sempre e ancora acqua. A 100 gradi, non prima né dopo, avverrà il passaggio, ed essa diventerà vapore…

 

Questa metafora fu escogitata da Rothko stesso, benché egli dicesse che
non pensava a se e alla sua arte, ma ai minori, ai “carpentieri” della pittura. Cercava di spiegare a un amico artista cosa accade quando ci si sbarazza di tutto ciò che si è appreso, ci influenza, ci condiziona, ci opprime: i maestri, i modelli, la tradizione, le regole, le teorie. Proprio come l’acqua, all’improvviso, ma mai per caso, si diventa qualcos’altro: vapore. Cioè, finalmente, se stessi.

Non c’è niente di più affascinante, per chi opera come per chi guarda, che
cercare di riconoscere quell’istante esplosivo, misterioso, come un’energia
sotterranea che si libera, sprigionandosi da un altrove invisibile. Naturalmente un processo psichico non risponde alle leggi della fisica, e spesso è difficile individuare l’opera in cui un artista abbandona come pelle morta la crisalide dell’apprendistato, dell’imitazione, e diventa, per esempio, Picasso, Degas, Kandinskij…

 

Probabilmente il dipinto Violet, black, orange, yellow, white and red (che puoi vedere qui a sinistra) creato a New York nel 1949, dove Rothko vive dal 1926, coglie proprio l’istante magico e alchemico della metamorfosi.
Il titolo è chiaramente un elenco di colori: Rothko non dava quasi mai nomi ai suoi quadri, per non soffocare la
possibile espansione del significato.

 

Si tratta di un rettangolo alto più di due metri e largo un metro e sessantasette. I colori sono disposti armonicamente su fasce sovrapposte. Non coprono tutto il fondo della tela, preparata col bianco, che forma così una sorta di cornice. O meglio, di alone. Da questo emergono, come illuminati dal retro, i colori. La banda più scura (e visivamente più pesante), il viola, è posta in alto, in modo da impedire alle altre (più leggere, trasparenti e immateriali) di disgregarsi. Il giallo ha quasi smangiato l’arancio: irradiano entrambi un riverbero caldo e
soffuso, come un velo che fluttua davanti alla luce. Il nero che sorregge
la banda viola è ridotto a una linea, come quando si spegnevano vecchi
schermi televisivi e l’immagine veniva risucchiata all’interno dell’apparecchio. Effetto ottico non estraneo ai quadri di Rothko, che
danno spesso l’impressione di vibrare, palpitare e muoversi come cose
viventi, dilatandosi e proiettandosi in avanti, oppure contraendosi all’interno.

Nel 1949 la temperatura della sua acqua sale vertiginosamente. È un salto brusco. Cambia modo di dipingere. Semplifica, appiattisce, depura.

Elimina ogni ricordo  della figurazione e ogni ostacolo concettuale come la
memoria, la storia, la geometria. Riduce la pittura alla sua materia: canapa, pennelli, pigmenti.

Sulle sue tele ora galleggiano colorate forme senza nome (lui le chiama multiformi). Non significano niente e non rimandano a nessuna realtà
ulteriore. Forse somigliano solo alle immagini ipnagogiche che flottano nel buio delle palpebre chiuse. Nel corso del 1949 queste forme si stabilizzano. Diventano bande orizzontali di colore, che il pittore dispone con ordine sulla superficie del quadro.

I colori non creano più le forme, sono diventati essi stessi forme e volumi. Le tele sono cresciute, spazi vasti, talvolta immensi. Rothko stesso avrebbe dichiarato poi che un quadro di grande formato è più intimo e umano, perché ti permette di abitarlo, di “starci dentro”, i quadri non sono più
finestre o porte sul mondo, sono facciate, muri, pareti.

un quadro di grande formato è più intimo e umano, perché ti permette di abitarlo, di “starci dentro”.

Io ho dipinto una parete intera in una delle mie stanze con i colori del quadro Violet, black, orange, yellow, white and red (il primo che ti ho mostrato sopra), e ti consiglio di dedicarti ad esprimere la tua arte dipingendo una parete di casa tua con i colori di un quadro di Rothko scegliendo una combinazione di colori dalla tabella con i quadri esposti sopra o dal video alla fine dell’articolo.

Il quadro blu è calmo, silenzioso e tranquillo e i colori sembrano galleggiare (ottimo come parete in camera da letto), quello arancione, rosso e giallo invece è più allegro e caldo, i colori sembrano cantare e prendere il sole (ottimo in cucina).

Adesso prova tu a vedere che cosa ti suggeriscono i colori: mettendo davanti agli occhi dei fogli acetati colorati trasparenti, osserva il mondo in rosso: tutti sembrano più allegri! Ora prova con il verde…le cose cambiano tono e le facce degli altri sembrano arrabbiate, invece con il blu sembra di essere sott’acqua o in un sogno!

Ora dipingi anche tu un quadro come quelli di Mark Rothko su un cartoncino, creando tre campi di colore con i pastelli a cera, poi prova a cambiare il tono dei colori sovrapponendo un foglio acetato colorato!

Le tue opere d’arte ora esprimono sensazioni differenti usando solo i colori, senza disegni,  sicuramente sono talmente belli che meriterebbero di essere appesi sulla parete, ma tu farai di più, dipingerai direttamente sulla parete il quadro che ti piace di più tra quelli che hai fatto!

Non preoccuparti se non hai mai dipinto una parete, non è difficile e poi è il tuo dipinto sarà bello perché lo hai dipinto tu!

«Probabilmente ci sono ancora così tante annotazioni che non riescono a spiegare i nostri dipinti. La loro spiegazione deve sorgere da una profonda esperienza tra immagine e osservatore. L’apprezzamento dell’arte è un vero matrimonio dei sensi. E come in un matrimonio, se non viene consumato si giunge all’annullamento».

Io ti saluto, ti auguro tanta felicità e buon lavoro con il tuo Rothko!

P.S. non dimenticare di condividere questo articolo …Grazie!

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